Il CIPE dovrebbe approvare domani, venerdì 14
marzo, il progetto definitivo di Grandi Stazioni sulla ristrutturazione della
Stazione Centrale di Milano. Respinte le osservazioni della Soprintendenza e
della Regione. Ignorate quelle delle associazioni e dei cittadini.
Baruffi (Verdi): è il primo danno della Legge
Obiettivo
Il Consigliere Comunale dei Verdi Maurizio Baruffi ha
inviato al CIPE, al Ministero dei Beni Culturali e al Presidente della Giunta
Regionale Formigoni un appello a non approvare il progetto e a stralciarlo
dalle opere strategiche della Legge Obiettivo.
Il Ministero delle Infrastrutture, che ha valutato le
richieste di prescrizioni, ha respinto la richiesta della Sovrintendenza di non
porre soppalchi negli ambienti con fregi e decorazioni sulle pareti posti al
piano dei binari ed al piano terra.
Sono state respinte anche le prescrizioni della Regione che
riguardavano l’errata collocazione della nuova biglietteria e la ristrettezza
dei locali, che provocheranno ingorghi di passeggeri nelle ore di punta. Sono
state completamente ignorate le osservazioni inviate da Italia Nostra, dai
Verdi e dall’opposizione di Centro Sinistra.
Il progetto definitivo non è stato modificato ma verrà
approvato con prescrizioni, dando adito in sede di bando e di stesura del
progetto definitivo a tutte le contestazioni che stanno avvenendo per il
cantiere del Teatro alla Scala.
Questo è il primo progetto definitivo che sarà approvato con
le procedure della Legge Obiettivo. Vengono subito in evidenza i gravi problemi
di questa legge, approvata soltanto per scavalcare le richieste di modifica ai
progetti da parte delle varie Amministrazioni preposte.
Grandi Stazioni aumenterà gli affitti degli spazi
commerciali che passano, secondo elaborazioni del gruppo consiliare verde, da
8.000 a 18.000 mq, ma i saloni monumentali saranno completamente sacrificati.
Milano non può tollerare che il profitto dei privati presenti nel capitale di
Grandi Stazioni (Pirelli, Benetton, Caltagirone) rovini uno dei più
significativi monumenti della città.
Nel frattempo resta da definire la questione delle 55
attività distribuite lungo le vie Sammartini e Ferrante Aporti, dove trovano
lavoro circa 350 persone. Le richieste di aumento degli affitti di Grandi
Stazioni e l’avvio delle procedure di sfratto esecutivo verso alcune attività
sono un segnale allarmante che deve trovare un baluardo nel Comune di Milano.
Grandi Stazioni non può permettersi di fare il bello e cattivo tempo senza
considerare le ragioni della città. Se gli amministratori della società
continueranno su questa linea (come hanno dimostrato oggi pomeriggio in
commissione commercio a Palazzo Marino) il Comune dovrà rivolgersi
direttamente al Governo, che è proprietario attraverso la società RFI della
stazione, mentre Grandi Stazioni ne è solo il gestore.
Maurizio Baruffi, consigliere comunale dei Verdi e
Giancarlo Aprea, consigliere di zona 2 (Stazione Centrale)