Atto n. 4-03498
Pubblicato il 5 dicembre 2002
Seduta n. 293
RIPAMONTI, CORTIANA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
la Stazione Centrale di Milano dovrà essere completamente ristrutturata;
sul settimanale “L’Espresso” si leggeva che il Sindaco di Milano in data 11 novembre 2002 avrebbe dovuto incontrare i responsabili della società Grandi Stazioni, incaricata di gestire la ristrutturazione in oggetto, ma non risultava chiaro se questo appuntamento si potesse considerare come l’avvio ufficiale della Conferenza dei Servizi necessaria per la formulazione dei pareri (entro 90 giorni) da parte del Comune e della Soprintendenza;
la Stazione Centrale rappresenta un esempio di architettura eclettica e monumentale che è diventata la testimonianza storica di una determinata epoca, di un preciso gusto, di un particolare indirizzo estetico. Caratteristica architettonica è la sua dimensione imponente, la grandiosità dei suoi volumi esterni ed interni, la opulenza dei dettagli ornamentali;
ciò che si prospetterebbe per la Stazione centrale non sarebbe un semplice 'lifting', ma una radicale trasformazione architettonica e funzionale, a giudicare dal rilievo che sarebbe dato agli spazi commerciali, che porterà a frantumare gli spazi, a frazionare le superfici ed occultare le decorazioni;
i cambiamenti sarebbero molti ed importanti: i taxi verrebbero spostati dalla Galleria delle Carrozze che sarà pedonalizzata, la biglietteria verrebbe arretrata e là dove si trova dovrebbe sorgere un negozio, le scale mobili rifatte (verrà demolita anche quella centrale, di recente costruzione) e soprattutto si raddoppierebbe la percorrenza dalla metropolitana ai binari costringendo gli utenti a passare di fronte alle vetrine dei punti vendita in quanto nell’ambito del progetto di ristrutturazione sarebbe prevista anche l’apertura di molti nuovi spazi commerciali all’interno della stazione, in base alle nuove Norme Tecniche di Attuazione adottate dal Sindaco Commissario;
il progetto sarebbe stato affidato a Grandi Stazioni, società al 60% delle Ferrovie dello Stato, il costo sarebbe di 79 milioni di euro ed il tempo di attuazione di circa 18-24 mesi dal via che dovrebbe giungere nel 2003);
la società Grandi Stazioni avrebbe protocollato presso il Settore Edilizia
il progetto esecutivo per un parere il 5 settembre 2002 con PG il n. 32471.176.02;
il progetto sarebbe all'esame dell'Ufficio Piccole Opere, per un parere esclusivamente tecnico sulla ristrutturazione interna;
il Consiglio di Zona 2 di Milano non avrebbe ricevuto nessuna comunicazione ufficiale in merito al progetto di ristrutturazione della Stazione Centrale e si sarebbe comunque già espresso in senso contrario all'ipotesi paventata;
considerato che:
preoccupa la scarsa trasparenza per un progetto di così tali dimensioni che riguarda la porta alla città e che sinora sembrerebbe essere stato 'celato' e gestito come una banale ristrutturazione di un appartamento attraverso l'ufficio Piccole Opere;
il 9 dicembre 2002 si chiuderà la Conferenza dei Servizi promossa dal Ministero delle Infrastrutture a Roma e, come recita la convocazione della Conferenza firmata dal Ministro, entro quella data 'possono essere presentate motivate proposte di adeguamento o richieste di prescrizioni o varianti migliorative che non modifichino la localizzazione e le caratteristiche essenziali delle opere' come da normativa prevista dalla legge obiettivo (decreto legislativo n. 190/2002),
si chiede di sapere:
se non si ritenga che le leggi fin qui emanate dall'attuale Governo in materia di lavori pubblici abbiano creato disagi sino dalle loro prime applicazioni, impedendo la chiarezza e la trasparenza sulle trasformazioni significative che riguardano le città;
se non si ritenga pertanto doveroso che la città di Milano, attraverso il Consiglio Comunale, dovrebbe essere informata su come sarà utilizzato il denaro pubblico che sarà investito nel progetto di cui in premessa e dovrebbe poter esprimere le proprie valutazioni e i giudizi di merito;
se non si
ritenga, inoltre, che le opere che si andranno a realizzare sia nella città di
Milano che nel resto del nostro Paese dovrebbero anche garantire la
funzionalità degli utenti (in questo caso viaggiatori e pendolari) e non, come
sembrerebbe nel caso della ristrutturazione della Stazione Centrale di Milano,
esclusivamente l'esaltazione dell'aspetto commerciale ed esibizioni
spettacolari con architetture stravaganti che inibiscono il raggiungimento di
più adeguati obiettivi sociali e/o culturali che progetti di tale portata
dovrebbero avere come fine primario.