Libero, 11.7.2003

 

E il mega progetto di ristrutturazione è tutto da rifare

 

“Si rischia di rovinare per sempre lo storico edificio del 1931”

 

Passeggiare in Galleria è sempre utile e istruttivo. Da qualche giorno si può vedere, nell’Ottagono, il modellino che rappresenta il progetto di ristrutturazione della Stazione Centrale. Come hanno affermato molti autorevoli architetti, da Ignazio Gardella a Aldo De Poli, dal presidente di Italia Nostra Marco Parini, a riviste di architettura internazionali come Casabella, si tratta di uno scempio del progetto di Ulisse Stacchini del 1931. Per moltiplicare gli spazi commerciali si peggiora la distribuzione interna, si raddoppiano le percorrenze dei passeggeri, si porta la fermata dei taxi all’aperto, si buca il pavimento della Galleria di Testa per far passare sei inutili tapis roulant che sostituiscono le attuali scale mobili. E non è finita: verranno soppalcate le quattro sale storiche al piano dei binari all’altezza di 3 metri in modo da rendere impossibile la vista dei dipinti di Marcello Nizzoli e le altre decorazioni, si costruiscono delle balconate affacciate al salone dei treni tagliando la visuale dei grandi archi, si soppalcano le sale delle biglietterie laterali al piano terreno facendone sparire le decorazioni.

Le due parti restaurate sono il Padiglione Reale,  che è già in buono stato di conservazione, e le grandi volte, che oggi rischiano di cadere.

Per il resto della stazione si vanno a creare delle strutture fisse in acciaio e vetro, che sono trasparenti solo nel plastico. E sopra queste strutture ci saranno negozi di tutti i tipi, tra i quali campeggia un magazzino Benetton, uno dei soci privati proprietari di Grandi Stazioni.

La Sovrintendenza ha cercato di mettere un argine ai soppalchi, ma le sue prescrizioni sono state ignorate, grazie all’inserimento dell’intervento tra i progetti strategici della Legge Obiettivo.

La delibera CIPE del 14 marzo toglie qualunque potere di controllo alla Sovrintendenza sul progetto esecutivo e l’esecuzione dei lavori. Il Ministero delle Infrastrutture è stato chiaro lo spostamento delle rampe di uscita dal metrò in mezzo alla Galleria delle Carrozze e la riduzione dei soppalchi sarebbe in conflitto con “le primarie necessità di livello funzionale al cui soddisfacimento è rivolto l’intervento in esame”, cioè con l’allungamento dei percorsi “stile autogrill” e il raddoppio della superficie commerciale. Neanche la Regione Lombardia potrà effettuare il monitoraggio che aveva richiesto. Solo il romano Ministero delle Infrastrutture avrà voce in capitolo sul cantiere, alla faccia della devolution, del federalismo, dei milanesi, ed è ovvio che farà gli interessi di Grandi Stazioni, come ha fatto finora.

I Verdi propongono che, come nella Central Station di New York, si restaurino tutte le parti della stazione riportando i quattro saloni, le gallerie e gli androni al loro iniziale splendore, sulla base delle fotografie del 1931 che si possono trovare, insieme alla descrizione del progetto, sul sito www.stazionecentrale.org

 

Maurizio Baruffi

Consigliere Comunale dei Verdi