Dottoressa Patrizia Bitetti
Direttore generale CIPE
Ministero Economia e Finanze
Via 20 Settembre 97
00100 Roma
e-mail: patrizia.bitetti@tesoro.it
Dott. Roberto Formigoni
Presidente della Regione Lombardia
Via Fabio Filzi 22
29129 Milano
e-mail: roberto_formigoni@regione.lombardia.it
On. Bono
Sottosegretario ai Beni Culturali
Ministero dei Beni Culturali
00100 Roma
e-mail: segbono@beniculturali.it
Milano, 13 marzo 2003
Oggetto: Approvazione dei progetti definitivi relativi al
programma di interventi volti al recupero e all’adeguamento delle grandi
stazioni (delibera CIPE 21 dicembre 2001, n. 121)
Sono venuto a conoscenza che il CIPE, integrato dal Presidente della Regione Lombardia, si appresta ad approvare il 14 marzo prossimo il progetto definitivo del recupero ed adeguamento funzionale della Stazione di Milano Centrale, a seguito del completamento dell’istruttoria da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Ora mi risulta che il progetto definitivo non è stato modificato ma che il Ministero si è limitato ad accettare parte delle richieste di prescrizione pervenute dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Milano in sede di Conferenza di Servizi, mentre il progetto definitivo presentato da Grandi Stazioni non è stato oggetto di modifiche dato il poco tempo disponibile.
Ora il D. Lgs. 190/02 prevede all’art. 4.4 che il CIPE approvi il progetto definitivo con eventuali integrazioni o modificazioni.
La lettura delle richieste di prescrizioni pervenute dalle Amministrazioni ed Enti convocati in Conferenza di Servizi evidenzia che il progetto definitivo dovrebbe essere oggetto di significative modificazioni in sede di redazione del progetto esecutivo, con rilevanti riflessi sulle opere da realizzare e sul relativo prezzo da pagare al contraente generale in sede di appalto.
Le prescrizioni contenute nell’allegato tecnico della delibera inviata al CIPE sono molto vaghe per certi aspetti e quindi non consentono di definire pienamente il progetto esecutivo né di quantificarne i costi.
Mi riferisco in particolare alle seguenti prescrizioni:
- mantenimento se possibile i percorsi nord-sud, richiesta dalla Regione Lombardia,
- non allungamento delle distanze dei parcheggi taxi dai binari dei treni richiesta dal Comune di Milano, assolutamente non fattibile con la loro collocazione prevista nelle piazze laterali,
- spostamento delle rampe mobili dalla collocazione prevista nella Galleria delle Carrozze per salvaguardare la continuità del sito stradale, richiesto dalla Sovrintendenza per i Beni Architettonici.
Ritengo che le prescrizioni porteranno a rilevanti varianti in corso d’opera con contenziosi tra il contraente generale ed il soggetto aggiudicatore Grandi Stazioni e tra il vincitore dell’appalto e le ditte soccombenti.
La Stazione Centrale di Milano, una delle più belle del mondo, richiede una tale attenzione che le modifiche necessarie al progetto mal si adattano alle rigide norme della Legge Obiettivo, concepite per accelerare l’iter progettuale e facilitare il project financing. Una situazione analoga si sta verificando attualmente per il cantiere del Teatro alla Scala di Milano dove il progetto esecutivo si è discostato molto dal definitivo con conseguenti problemi in sede di appalto.
Entrando invece nel merito delle prescrizioni rifiutate dal Ministero, è particolarmente grave il rifiuto di considerare la prescrizione della Sovrintendenza di Milano sui mezzanini a quota 3,70 m e 11,70 m.
Peraltro il Ministero delle Infrastrutture li ha definiti magazzini anziché mezzanini, dimostrando di non avere capito nulla delle prescrizioni.
La Sovrintendenza ha sostenuto che i soppalchi proposti a quota 3,70 m tendono ad occludere la spazialità originale di grandi ambienti spesso decorati sulle pareti da vistose lesene modanate e da soffitti con sobrie cornici a tutt’oggi ancora conservate.
Per i soppalchi a quota 11,70 gli ambienti interessati sono tipologicamente impostati secondo un’ampia spazialità, la cui percezione potrebbe essere inibita dalla presenza delle strutture orizzontali.
La Sovrintendenza richiede di non porre tali strutture negli ambienti con fregi e decorazioni sulle pareti e verificarne l’eventuale esistenza, ora celata da tinteggiature, dopo opportune indagini stratigrafiche.
Si tratta di quattro grandi sale al piano dei binari, che ospitavano le sale d’aspetto ed i saloni ristoranti con mobili disegnati dall’arch. Stacchini stesso.
Una di esse, l’attuale sala d’attesa. è decorata da dipinti del pittore futurista Marcello Nizzoli che rappresentano le piante di sei città d’Italia. I soppalchi previsti a 3 metri di altezza ne impedirebbero completamente la visuale.
La seconda ha ancora grandi specchi sulle pareti. La terza, l’attuale self-service, ha sicuramente, sotto il rivestimento degli anni sessanta, dipinti e decorazioni testimoniati dalle fotografie dell’epoca.
Il Ministero delle Infrastrutture ha sostenuto che la rimozione dei soppalchi è in conflitto con le primarie necessità di livello funzionale.
Ora l’eliminazione dei soppalchi avrebbe solo l’effetto di ridurre la superficie commerciale di cui Grandi Stazioni prevede il raddoppio, con un aumento di 10.000 mq circa. Pertanto la loro eliminazione diminuisce soltanto il reddito percepito dall’affitto delle superfici commerciali mentre la loro realizzazione porta un danno irreversibile all’immagine della Stazione Centrale di Milano, considerata una delle più belle del mondo.
Un’altra prescrizione respinta è quella della Regione Lombardia riguardante la biglietteria per la quale si richiedeva di riconsiderare la localizzazione in funzione di una posizione più baricentrica rispetto ai diversi accessi previsti alla stazione, di spazi più ampi a disposizione di chi deve acquistare i biglietti e, quindi, di una più chiara separazione dei diversi percorsi degli utenti all’interno della Stazione.
Il Ministero delle Infrastrutture si è limitato a sostenere che Grandi Stazioni ha fatto una simulazione dei flussi di traffico che convalida l’attuale collocazione ma questa simulazione non è stata allegata all’istruttoria.
In effetti la collocazione attuale della biglietteria è ottimale rispetto ai percorsi ed evita che chi ha già il biglietto debba passare davanti alla biglietteria, mentre la nuova collocazione concentra in un unico luogo tutti gli accessi ai treni ed alla biglietteria, diminuendo peraltro il numero delle scale mobili attuali da 6 di salita e 4 di discesa distribuite nella stazione a 3 di salita e 3 di discesa con collocazione nello stesso luogo. Gli ingorghi di persone nelle ore di punta sono garantiti.
Infine sono state completamente ignorate nell’istruttoria le osservazioni di Italia Nostra, dei Verdi e dell’Opposizione di Centro Sinistra in Consiglio Comunale, che, pur non essendo stati convocati in Conferenza di Servizi, avevano espresso il proprio parere non essendo stati consultati dal Comune di Milano. Le osservazioni davano un quadro preciso di tutti i problemi sollevati dal progetto di Grandi Stazioni, oggetto di numerosi interventi sulla stampa milanese.
Pertanto, al fine di evitare che il progetto di Grandi Stazioni porti alla rovina di un importante bene monumentale patrimonio di Milano, della Lombardia e dell’Italia chiedo che il progetto sia stralciato dalla Legge Obiettivo e venga trattato con le procedure ordinarie, che danno la possibilità a Grandi Stazioni di modificare il progetto sulla base delle prescrizioni degli Enti coinvolti.
Peraltro non sono previsti finanziamenti pubblici al progetto e quindi il ricorso alla Legge Obiettivo è stato fatto solo per accelerare le procedure.
Cordiali saluti
Maurizio Baruffi
Gruppo Consigliare dei Verdi
Comune di Milano