Repubblica,
1 dicembre 2002
L´opposizione protesta
"Troppi segreti sul restauro Si rischia di ripetere ciò che sta già
accadendo per il cantiere della Scala"
Bocciata la chiusura alle auto della Galleria delle carrozze. Martedì confronto
sul piano a palazzo Marino
Primo no alla nuova Stazione
Perplessità
del Comune sul progetto della Centrale
Cambia faccia la stazione Centrale. Il progetto di Grandi Stazioni, la società
a maggioranza delle Fs, dovrà trasformarla con una ristrutturazione
paragonabile a quello cui è stata sottoposta Roma Termini. I cambiamenti sono
molti e importanti. I taxi vengono spostati dalla Galleria delle Carrozze, la
biglietteria viene arretrata e là dove si trova ora sorgerà un negozio. In
generale, aumenta la vocazione commerciale della stazione ed già polemica. Su
Repubblica ha espresso le sue perplessità l´architetto Jacopo Gardella. In
Consiglio comunale, l´opposizione è sul chi va là. La presentazione pubblica
del progetto è stata negata a lungo dalla giunta. Si farà, finalmente, in
commissione martedì.
Così
cambia la Centrale
Più negozi, via i taxi dalla galleria
STEFANO ROSSI
Quello
che si prospetta per la stazione Centrale non è un lifting, ma una radicale
trasformazione architettonica e per certi versi funzionale, a giudicare dal
rilievo dato agli spazi commerciali. Qualcosa che influenzerà anche le
abitudini dei suoi 320.000 frequentatori giornalieri e che già scatena
polemiche.
Il progetto. È affidato a Grandi Stazioni, società al 60 per cento delle Fs (il
resto è suddiviso fra privati). I cambiamenti sono profondi: la galleria delle
carrozze viene pedonalizzata, ma senza le vetrate proposte originariamente e
vietate dalla soprintendenza ai Beni architettonici. I posteggi taxi sono
spostati nelle due piazze laterali, a loro volta collegate da un percorso
interno alla stazione. La biglietteria viene arretrata, le scale mobili rifatte
(verrà demolita anche quella centrale, di recente costruzione). Costo 79
milioni di euro, tempi 18-24 mesi dal via, che dovrebbe arrivare nel 2003.
Attualmente è convocata a Milano la conferenza dei servizi, il 9 dicembre scade
il termine per la presentazione delle osservazioni.
L´accusa. Il primo rilievo è diretto al Comune dall´opposizione: «Scarsa
trasparenza, come per il cantiere della Scala», osservano il verde Maurizio
Baruffi e il ds Emanuele Fiano. A lungo il progetto è stato tenuto segreto. Ne
circola un estratto, ma nella sua completezza non è ancora stato presentato. Lo
sarà, in extremis, martedì prossimo, da tre commissioni consiliari in Comune. A
ridosso del termine del 9 e dunque «troppo tardi». Il Comune è presente in
conferenza dei servizi ma senza aver consultato il Consiglio e la minoranza ha
chiesto alla conferenza dei capigruppo se sia legittimo. Le stazioni da rifare
sono dodici, le amministrazioni di Napoli, Firenze, Palermo, Verona hanno già
reso pubblici i progetti.
Critiche più tecniche sono state espresse su Repubblica dall´architetto Jacopo
Gardella: i percorsi dei passeggeri in partenza e in arrivo sono angusti e non
ben separati. La confusione sarà aggravata dal negozio che prenderà il posto
dell´attuale biglietteria. I taxi nelle due piazze laterali saranno
raggiungibili solo con difficoltà. Conclude Baruffi: «I pendolari perderanno il
treno più spesso, finché cominceranno ad andare in auto».
La difesa. Il progettista è l´architetto Marco Tamino, di Grandi stazioni. Ha
già curato il rifacimento della stazione Termini e non nega la vocazione
commerciale e multiservizi della nuova stazione Centrale, anzi: «In altri
Paesi, si va in stazione anche senza dover partire. La Central Station di New
York ospita un ristorante rinomato, l´Oyster Club, lo stesso la Gare de Lyon
parigina con il Train bleu. Nelle stazioni italiane si mangia solo se
costretti. A Termini abbiamo banche, Poste, librerie, un grande centro
fitness». La stazione romana perdeva 2 milioni di euro l´anno, ora ne guadagna
oltre 20. Secondo Tamino, alla Centrale i percorsi saranno razionalizzati e
resi più rapidi dalla separazione delle utenze di taxi e metrò allontanando i
primi dalla galleria delle carrozze: «La biglietteria sarà aperta, senza vetro,
tipo agenzia di viaggi. La stazione come monumento sarà rispettata e la
sicurezza migliorata con 400 telecamere». Termini ospita un dormitorio pubblico
e Grandi stazioni assicura che nemmeno a Milano si infierirà sui clochard.
Il Comune. L´assessore alla Mobilità, Giorgio Goggi, in conferenza dei servizi
ha manifestato la contrarietà di Palazzo Marino alla chiusura della galleria
delle carrozze alle auto. Lì non ci vuole negozi. Per ora non ci andrebbero ma
in futuro non si sa mai. E il percorso taxi «non deve essere più lungo né meno
sicuro di quello odierno». L´Urbanistica ha rilevato che Grandi stazioni dovrà
rispettare gli standard sui parcheggi da creare in relazione ai nuovi spazi
commerciali. In piazza Luigi di Savoia il Comune vuol fare un parcheggio e
Grandi stazioni si è candidata. «Ma sia chiaro - dice Goggi - che quei
parcheggi non c´entrerebbero nulla con quelli imposti dagli standard
urbanistici». Il Comune garantisce che la conferenza dei servizi «deciderà
all´unanimità». Palazzo Marino compreso, dunque, qualunque cosa Grandi stazioni
voglia fare